Il Silmarillion
JRR Tolkien ha iniziato a scrivere Il Silmarillion nel 1917. Nonostante ciò l’opera è stata rifinita e pubblicata soltanto nel 1977, a quattro anni dalla sua morte.
Il racconto, che prende il nome dai silmaril, i gioielli protagonisti dell’epopea elfica, rappresenta il corpus storico-mitologico che dà profondità a Lo Hobbit e, soprattutto, a Il Signore degli Anelli; in altre parole, come dice Nagy Gergely, è la “storia delle storie, sia in senso storico che metafantastico” .
Tolkien non scrisse le storie che compongono l’opera in modo cronologicamente lineare ma inventò dei racconti a sé stanti, a cui soltanto in seguito diede una connessione e che furono definitivamente organizzati postumi dal figlio Christopher.
Il primo scritto di Tolkien legato a Il Silmarillion fu The Lay of the Children of Húrin, che poi venne rielaborato con altre versioni del racconto e pubblicato da Christopher nel 2007 con titolo I Figli di Húrin.
Il Silmarillion deve la sua prima parte, detta Ainulindalë - in cui si narra dell’Unico Dio, dei valar e della creazione dell’universo - non soltanto alla cosmogonia biblica, ma anche a quella pagana. Se è vero che nel mondo fantastico di Tolkien esistono un unico dio (Eru), gli angeli (i valar), degli angeli gerarchicamente inferiori (i maiar) e un angelo decaduto divenuto nemico di Dio (Melkor), è altresì vero che i valar sono capeggiati da Manwë e hanno ognuno delle prerogative legate alla natura o alle arti proprio come gli dei greci o germanici; ad esempio, se Yavanna ricorda molto Artemide, per l’amore per i boschi e la natura, Aulë è molto simile al dio-fabbro Efesto, così come Tulkas, il campione dei valar, e Melkor, il cattivo, nel loro rapporto conflittuale ricordano molto i germanici Thor e Loki.
Ma non solo. Echi mitologici sono presenti anche in molte delle vicende descritte ne Il Silmarillion, come ad esempio la morte di Túrin che, come vedremo in seguito, è la stessa di Kullevro, personaggio del poema nazionale finlandese Kalevala, o la storia d’amore fra Beren e Luthién, che ricorda molto il mito di Orfeo ed Euridice, o ancora l’inabissamento di Numénor (detta anche Atalantë) che richiama esplicitamente il mito di Atlantide. Senza contare la seconda profezia di Mandos riguardante la Dagor Dagorath, l’ultima battaglia fra forze del bene e forze del male, per cui, come avvenne per il lupo germanico Fernir contro gli asi durante il Ragnarok , Morgoth si sarebbe liberato dalla schiavitù e avrebbe dato battaglia ai valar.
Tolkien amava molto Il Silmarillion poiché era nato dalla volontà di fornire un contesto storico-narrativo alle lingue fatate da lui inventate per pura passione. Purtroppo per lo scrittore nessun editore, almeno fino al successo de Il Signore degli Anelli, ne rimase tanto colpito da procedere a una sua pubblicazione.
La trama
Tutto ebbe origine dalla musica dell’unico dio Eru Ilúvatar, che creò gli spiriti minori Ainur, a cui affidò una melodia ciascuno dell’intera sinfonia creativa. Furono creati Eä, l’universo, e Arda, la terra.
Melkor, che insieme a Manwë era il più potente fra gli Ainur, aveva l’ambizione di distinguersi dagli altri e perciò prese a cantare una melodia propria, diversa da quella affidatagli da Eru. Fu questa l’origine del male.
Gli Ainur scesero in Arda e presero ad abbellire il mondo, dovendo però guardarsi dalla forza distruttrice di Melkor che mirava a guastare il loro lavoro. Iniziò così una lunghissima lotta fra le forze del bene e quelle del male. Il tutto mentre si stavano preparando a nascere i figli primogeniti di Eru: gli elfi.
Insieme agli Ainur, che presero a vivere nella Terra di Aman, con il nome di valar, vennero inviati sulla terra anche i Maiar, spiriti minori che Melkor cercò di corrompere. Fra quelli che vennero cooptati del vala malvagio c’erano i balrog, divenuti demoni del fuoco, e il terribile Sauron.
Il vala Aulë creò i nani, ma siccome erano figli illegittimi di Eru, in quanto generati senza il suo permesso, furono fatti dormire nella roccia fino alla nascita degli elfi. La sposa di Aulë era Yavanna, spirito particolarmente amante della vegetazione, che originò gli ent, pastori della foresta, e i due alberi della luce che furono posti in Valinor, la città dei valar.
Gli elfi nacquero sotto le stelle della Terra di Mezzo, belli oltremodo e amanti delle arti e della natura; non erano soggetti a malattie o alla morte naturale e quando venivano uccisi si reincarnavano. Il vala Oromë condusse gli elfi a vivere a Valinor, ma durante il viaggio alcuni preferirono rimanere sulla Terra di Mezzo, e furono chiamati moriquendi (elfi scuri), per distinguerli dai calaquendi (elfi della luce).
Fra i calaquendi, eldar (elfi) che giunsero nella terra dei Valar, uno era in particolar modo potente e aveva nome Fëanor. Lui forgiò i tre gioielli, detti “silmaril”, che contenevano un po’ della luce di Telperion (l’albero d’argento) e Laurelin (l’albero d’oro), creazioni di Yavanna.
Melkor, che dopo la prima grande guerra contro i valar simulò un pentimento e venne chiamato da Manwë a vivere a Valinor, fece morire i due alberi della luce, aiutato dalla sua creatura Ungoliant, progenitrice di tutti i ragni.
Siccome Yavanna non aveva più la forza per creare altri due alberi simili, chiese a Fëanor di darle i silmaril grazie ai quali avrebbe potuto guarire Teleperion e Laurelin. Ma l’orgoglioso e avido elfo rifiutò, proprio mentre Melkor, da quel momento chiamato Morgoth (oscuro nemico del mondo), stava fuggendo dalla Terra di Aman con i tre gioielli della discordia.
Il furto provocò la ribellione di Fëanor nei confronti dei valar.
L’elfo con la maggior parte dei noldor, la stirpe a cui egli apparteneva, decise di abbandonare Valinor per riconquistare i silmaril, e per far ciò si impossessò delle navi degli elfi teleri. La battaglia dove i noldor uccisero i teleri per il possesso dei vascelli venne chiamata il Fratricidio di Alqualondë, e da allora la stirpe di Fëanor fu maledetta dai valar.
I noldor, di cui faceva parte anche la potente Galadriel, raggiunsero la Terra di Mezzo, luogo in cui si era rifugiato Morgoth che nel Beleriand aveva creato la fortezza di Angband.
Dopo gli eldar nacquero gli uomini che avevano il dono di poter abbandonare il mondo con la morte, raggiungendo tramite essa l’Unico Dio per un destino ignoto persino ai valar.
Iniziarono le guerre per i silmaril e per la Terra di Mezzo, che videro protagonisti gli elfi e gli uomini contro Morgoth e le sue armate di orchi, draghi, balrog, troll e altre creature malvagie da lui corrotte e adunate.
Fra le vicende note legate alla Prima Era, la più antica è quella relativa alla prima unione fra uomini ed elfi, con l’uomo Beren e l’elfa Lúthien che diedero vita alla stirpe dei mezzelfi, ovvero creature che potevano decidere se avere le caratteristiche degli elfi o degli uomini. Le avventure dei due innamorati portarono anche al recupero di uno dei silmaril e al primo, e unico, caso di resurrezione umana
.
Fra gli uomini famosi della Terra di Mezzo vi è anche Túrin Turambar, la cui storia è raccontata in modo più approfondito ne I Figli di Húrin, ed Eärendil che, dopo le cadute del reame elfico di re Thingol nel Doriath e della mitica città elfica Gondolin governata dall’elfo Turgon, salpò verso le terre dei valar per chiedere aiuto contro Morgoth.
Il marinaio Eärendil, anch’egli figlio dell’unione fra un’elfa e un uomo, dopo aver raggiunto Valinor, venne “divinizzato” ed ebbe la concessione di salpare nel cielo con il suo veliero portando con sé uno dei silmaril. Da allora fu detto “Stella del Vespro”.
Manwë, commosso dalla richiesta di Eärendil, mosse le potenze dell’ovest verso la Terra di Mezzo, scatenando la così detta “Guerra dell’Ira” che portò alla cacciata di Morgoth, al suo incatenamento fuori da Arda e al ritrovamento di tutti i silmaril; i gioielli furono posti uno nelle viscere della terra, uno nelle profondità del mare e uno, come abbiamo già visto, sul vascello di Eärendil che solcava il cielo.
Protagonisti della Seconda Era furono i númenoreani e Sauron. I primi erano i signori degli uomini, una razza discendente da Elros, figlio di Eärendil ed Elwing, che a differenza del fratello Elrond aveva deciso di appartenere alla stirpe umana piuttosto che a quella elfica.
I númenoreani originariamente avevano una vita mortale plurisecolare e potevano decidere loro quando morire; abitavano nell’isola di Númenor, fra la Terra di Mezzo, la mitica isola elfica di Tol Eressëa e la Terra di Aman.
In quegli anni Sauron, servitore di Morgoth scampato all’ira dei valar, assunse un aspetto umano e incantevole, e finse di essere amico degli elfi.
Forgiò con il loro aiuto diciannove anelli del potere e di nascosto ne costruì un ventesimo in grado di dominare tutti gli altri. Così, quando Sauron fu smascherato, si barricò a Mordor, dove eresse la torre oscura di Barad-dûr e prese a incrementare la sua potenza formando armate di orchi e altre creature malvagie.
Poi fece finta di sottomettersi ad Ar-Pharazôn, re degli uomini, per essere portato a Númenor e influenzare più efficacemente i destini della Terra di Mezzo.
Sull’isola Sauron agì inizialmente per acquisire la fiducia dei númenoreani, e quindi per fomentarli contro i Signori dell’ovest.
Ar-Pharazôn decise di navigare con una flotta da battaglia verso le Terre di Aman (che erano proibite agli uomini), per lì stabilirsi e godere della vita eterna. Ma quando il re approdò dichiarando le terre occidentali di sua proprietà, Manwë entrò in collera, inabissò Númenor e tutti i suoi abitanti, e occultò per sempre le Terre di Aman.
Alla catastrofe sfuggirono il malvagio Sauron e alcuni númenoreani che, essendo stati da principio contrari alle decisioni di Ar-Pharazôn e fedeli ai valar, furono risparmiati dalla strage.
Elendil, discendente di Númenor, divenne nuovo re degli uomini e fondò Minas Tirith e Osgiliath nel reame di Gondor. Quindi si alleò con il re degli elfi Gil-galad e con lui mosse guerra a Sauron.
Elendil e Gil-galad persero entrambi la vita durante i combattimenti. Ciononostante il Signore oscuro venne sconfitto da Isildur, figlio di Elendil che, impossessatosi di Narsil, spada appartenuta al padre, gli tranciò il dito che indossava l’Unico Anello.
Sauron perse potere e per un’intera era dovette rimanere nell’ombra in attesa di recuperare le forze. Similmente si offuscò anche la linea di discendenza dei re degli uomini, tanto che a Gondor si alternarono semplici reggenti fino alla fine della Terza Era, quando comparve Aragorn, númenoreano e legittimo erede di Elendil. Con l’inizio della Quarta Era, e la definitiva sconfitta di Sauron a seguito della Guerra dell’Anello (in cui si affacciarono alla storia i mezzuomini detti “hobbit”), tutti i rimanenti elfi abbandonarono la Terra di Mezzo per navigare verso ovest, alla ricerca delle Terre di Aman, dove, finalmente perdonati, avrebbero continuato a vivere beatamente a fianco dei valar, lontano dagli uomini.
Nagy Gergely, The Adapted Text:The Lost Poetry of Beleriand, Tolkien Studies, West Virginia University Press (2004)
Il lai deI Figli di Húrin.
Nella mitologia norrena è chiamata “Ragnarok” la battaglia finale fra le divinità del bene e quelle del male. Nello scontro le due forze ataviche si annientano a vicenda, creando le basi per la nascita di un nuovo ordine divino anch’esso costituito da forze del bene e forze del male.
Per cui Beren fu riportato in vita dal vala Mandos con il benestare di Manwë.
Sito web da visitare: http://www.marcodinoia.it
Autore del testo: Marco Andrea di Noia
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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